APPRONDIMENTO LA RIFORMA ELETTORALE

Il risultato più importante che bisogna ottenere con le elezioni è quello di dare stabilità ai governi.
Nel passato il sistema di elezione dei deputati, fondato sulla proporzionale pura si è dimostrato, nel tempo, inadatto a mantenere governi stabili.
Inoltre la degenerazione del sistema politico consentiva ad un Partito minore di condizionare le scelte programmatiche dell'esecutivo.
Per quanto riguarda il bipolarismo non possiamo certo dire che abbia ottenuto buoni risultati, perchè i poli uniscono, pur di conquistare la maggioranza, partiti con differenze di vedute anche sostanziali.
La legge elettorale vigente è stata approvata alla scadenza della Legislatura 2001/2006, su proposta del ministro Calderoli. Lo stesso ministro, dopo la sua entrata in vigore, la dichiarò una porcata.
Detta Legge ha abolito il voto di preferenza per i candidati presentati per la Camera dei Deputati, trasferendo questa funzione ai partiti. Concordando con il giudizio del Ministro Calderoli, mi chiedo quale potrà eseere la scelta ottimale per il futuro.
Non è necessaria una sfrenata fantasia, è sufficiente copiare dai paesi a noi prossimi dove i sistemi elettorali non hanno provocato i nostri disastri.
Il sistema tedesco con lo sbarramento del 5% probabilmente non è adatto per noi perchè produce maggioranze risicate, talchè, in più di una occasione, i Tedeschi sono ricorsi alla formazione di governi sostenuti da una grande coalizione (accordo tra i partiti avversari, in campagna elettorale ).
Per chi scrive questa soluzione non è auspicabile, tenuto conto della propensione degli italiani al litigio.
Forse il sistema francese a doppio turno, con alcuni accorgimenti è più adeguato alle nostre necessità :
  1.l'istituzione del divieto a presentarsi in coalizione alle elezioni;
  2.i due terzi dei deputati dovrebbero essere eletti, al primo turno, con la proporzionale pura per garantire a tutti i gruppi (che superano il quorum per la      elezione di un deputato) la presenza in Parlamento ed evitare il trasferimento dei conflitti politici nelle piazze del paese;
  3.di assegnare l'ultimo terzo dei deputati al partito che nel secondo turno riporta più voti tra i due più votati al primo turno.
  4.L'assegnazione dei finanziamenti pubblici ai partiti in modo proporzionale ai voti ricevuti al primo turno.
Rimane sempre il problema di come realizzare la premessa che il Parlamento deve essere il più eterogeneo possibile e rappresentare possibilmente tutta la popolazione.

( suggerimenti )